giovedì 11 dicembre 2014

le mie donne - ebola incoming

Carissimi amici ma soprattutto amiche, oggi questo post è tutto per voi. Data la mia morte incombente, mi è preso un attacco di nostalgia ed ero desiderosa di condividerlo con tutte voi. Ripensavo con tanta nostalgia a quando ero il vostro uomo e protettore, a quando vi avvolgevo con la mia aura antistupro e portavo sicurezza anche quando ci trovavamo nelle selve più oscure, sole e sperdute ma impavide poiché io ero lì a proteggervi. Bene ragazze, quel tempo è finito. Per sempre e per più motivi. Il primo lo conoscete tutti: sono diventata una mammoletta. Erano altri tempi quelli in cui sfidavo i pericoli della nostra amata città senza la minima preoccupazione, altri tempi signore mie: la nuova era è quella in cui mi lascio proteggere dal mio uomo, do ragione a mia madre quando dice che è troppo tardi per tornare da sola, ho paura di Ballarò - e sticazzi
Un secondo motivo - non per importanza - è che sto per morire: alcuni malpensanti potrebbero dire che ho solo il raffreddore ma , come sappiamo tutti, i termometri dei fidanzati sono ingannevoli. Alcuni calunniatori potrebbero parimenti giudicarmi melodrammatica ma io sento un palese principio di ebola germogliare in me. Ebbene si amiche, mi dispiace dovervelo annunciare attraverso questo post ma è l'ultima volta che sentirete parlare di me (a parte il mio funerale spero).  È questo dunque il momento in cui dimostro ad alcune di voi quanto bene vi ho voluto, la resa dei conti in tasca ai defunti! 
Testamento? Ah, testamento.


per motivi di privacy verranno usati dei nomi fittizi 
assolutamente indecifrabili

Alla mia bellissima alouciN, new entry in quanto compagna di vita e quanto mai meravigliosa scoperta, vorrei lasciare qualcosa che la farà sorridere - in memoria delle risate che in vita ci siamo godute:
 il mio hard disk!


Ad asilE, alla quale vorrei lasciare qualcosa di davvero speciale in quanto lei merita più di tutto quello che un normale essere umano è capace di offrire. 
Siamo in pochi a beneficiare delle sue innumerevoli qualità e in virtù di questo vorrei che avesse qualcosa che le ricordasse da dove, negli anni, ho preso l'amore che oggi ho da offrire e le parole per esprimerlo:
 tutti i miei libri.


Avrei voluto scendere una foto che le rendesse giustizia ma la sera in qui questa è stata scattata è troppo importante. una Donna come poche altre. Pensate ad una qualsiasi qualità: lei ce l'ha o, con la sua immaginazione, ce la potrebbe avere. A lei dovrei lasciare molte cose perché tra noi è tutto sempre in sospeso, non mettiamo mai un punto alla fine di un discorso, lasciamo sempre l'ultima pagina del quaderno vuota. Per te ho due regali piccola atraM (uno è per il tuo compleanno): il primo ti è un tempo appartenuto e te lo rendo indietro affinché tu possa riempirlo del contenuto necessario per sopravvivere anche ai momenti più bui... You know what I mean ;) ed infine vorrei che avessi tutta la carta che mi è passata tra le mani - ogni disegno, ogni bloc notes con brevi pensieri scritti di sfuggita, oggi pagina semplicemente bagnata così che tu rimanga sempre con quel dubbio - stavo cercando di dipingere il mare con il mare od avevo solo bisogno di essere consolata?


Così piena che al sol parlarne mi si asciugano le parole in bocca, lei è troppo
Al mio piccolo bocciolo in fiore, al mio cervelletto sempre in subbuglio, alla mia aeG che è sempre un flusso di idee e meravigliose invenzioni, lascio tutti i miei colori.  Anche i gessetti!

C'è una meravigliosa donna sempre in giro per il mondo che porta con sé il bagaglio più punk che si possa immaginare, ha talento da vendere ed è una meravigliosa amica - non abusate della sua pazienza, l'ha finita tutta con me. Continua a raccontare di noi in giro per il mondo, cantaci ai posteri, oh  atteralC! Ma per farlo devi prima scriverci... ti lascio il mio regalo di maturità, quella che secondo chi me l'ha donata mi avrebbe permesso di dire tutto quello che pensavo: la mia stilografica.

Ed infine, sempre per voi calunniatori che dite che parlo sempre e solo di lei, eccola qui, democraticamente in fondo alla lista - ovviamente non per demerito bensì per lasciarvi con questo ultimo ricordo impresso nella mente affinché, se non fosse ancora abbastanza chiaro, sono una ragazza fortunata circondata da persone pazzesche. Nella rosa delle persone che amo e che ho amato nella mia vita, signori e signore, lei è il mio Primo e più sincero Amore. Non è questa la sede in cui dire il perché (non c'è tempo in una vita sola per dirlo), basti sapere che aloibaF meriterebbe tutto quel poco che avrei da lasciare dopo la mia dipartita. In segno di cotanto amore le lascerei letteralmente la mia vita, le cose alle quali tengo di più: la mia collezione di quaderni di carta riciclata - tanto non sarò lì a vergognarmi delle porcate che ho scritto.




Goodbye my ladies!
 I loved you all so much ♥

mercoledì 3 dicembre 2014

ti ho accettata come una bella calligrafia

Ovviamente la colpa è solo mia, lo scaricabarile non va più di moda da molto tempo. Eppure non posso fare a meno di accusare Palermo, qualsiasi problema si presenti. È una città stracolma di fantasmi, ogni angolo proietta i suoi ologrammi, grida la nostra storia ed è proprio questo a terrorizzarmi. Come dovrei comportarmi nel momento in cui la mia vita passata non mi sembra più mia? Cosa fare quando non mi riconosco nei miei ricordi? 



Si cambia col tempo, stai crescendo mi dicono - ed io me la chianto. Fatto sta che io non lo vedo come un problema, è solo molto strano. Sai, no, quando conosci una persona nuova e quella vuole sapere di più su di te, quello è il punto! Sono nata la milionesima volta quest'anno (che per fortuna sta per finire), lasciando spazio all'ennesima nuova me stessa alla quale sto lavorando in modo che sia quella definitiva. Ma quando la città ti grida in faccia quello che sei stato, mica facile valicare la porta di casa.
Palermo è magica, Palermo ed il suo e solo suo caffè, Palermo e la sua puzza
- che sa di casa tanto quanto il caffè cattivo, Palermo e lu mari, Palermo e la sua luce all'alba vista da Monte Pellegrino, Palermo insonne. La amo immensamente, mi manca quando la lascio, la odio quando la vivo, ne detesto gli abitanti, non finisco mai di scoprirla ed i suoi dettagli sono troppi per essere fotografati. Ogni bar è una storia più travagliata di quella di gesù cristo, ogni stradina del centro è pregna di baci alcolemici e conati adolescenziali, su ogni gradino c'è una montagnetta di mozziconi - risate in polvere e promesse inattendibili, ogni quartiere col suo specifico  pazzerello che tutti conosciamo e che quella sera ci disse quella cosa ed ancora ne ridiamo. C'è la Vucciria che, se potesse parlare, saremmo tutti nei guai! Ci sono le fermate di quegli autobus che si sa che non passeranno mai, quei cantieri che "entro l'anno prossimo" avranno completato il loro lavoro, quei quartieri che dio solo sa come ne siamo usciti vivi quelle volte che per sbaglio ci siamo andati a finire.


Brulica di malessere, eppure io la sento scorrere nel mio sangue e so che tutti i disagi che provoca non ci hanno danneggiato internamente, bensì ci hanno forgiati contro ogni futura problematica. Come sa reagire alla vita un palermitano, nessuno al mondo (per fortuna?). È lenitivo pensare che un giorno anche io la lascerò, anche io come la maggior parte delle persone che conosco mi lascerò alle spalle tutte le sue difficoltà per vivere finalmente "come la gente civile". Essì, sono proprio fuggiti tutti (o quasi) e non è stato affatto facile affrontare le mille distanze tra me ed i mille amici lontani. Ma come diceva Qualcuno, bisogna avere il coraggio delle proprie idee, ed io so di non essere pronta a tagliare il cordone ombelicale. Non mi pento di essere rimasta, non potrà durare per sempre e non lo desidero ma è questo il posto al quale appartengo e (purtroppo?) questo ce l'avrò stampato in fronte per il resto dei miei giorni.
<<Chi di voi l'ha vista partire, dica pure che stracciona era, quanto vento aveva nei capelli, se rideva o se piangeva. La mattina che prese il treno, era seduta accanto al finestrino, vide passare l'Italia ai suoi piedi, giocando a carte col suo destino. Ora i tempi si sa che cambiano, passano e tornano tristezza e amore, da qualche parte c'è una stanza più calda - sicuramente esiste un uomo migliore - io nel frattempo ho scritto altre canzoni, di lei parlano raramente ma non vero che io l'abbia perduta, dimenticata come dice la gente.>>





sabato 29 novembre 2014

se una notte d'inverno un viaggiatore

Sono sempre stata dell'idea che tutti sappiamo chi saremo da grandi. Basta pensare per un attimo a quella cosa che ci fa tremare le gambe al sol pensiero di farla. Quella cosa che fai prima di andare a dormire, senza sapere che è proprio lei a darci la pace necessaria che riesce a farci addormentare. Basta questo: solo ricordare quell'azione automatica, vederla nell'ottica che merita e smetterla di considerarla banale, quando la confessiamo ad un amico. Ancor prima di cominciare a scrivere, prima di sapere cosa scrivere - con la certezza di non avere assolutamente nulla da dire - so che nonostante il poco che ho da offrire, scrivere è la mia ragion d'essere. La mano freme, autonoma, le parole sgorgano. Che siano vuote o pregne di significato, questo sarà il loro destino per il resto dei miei giorni. Ogni tanto fanno dell'altro ma è questo che sanno di saper fare. Non so contare, non so costruire, non so dipingere... ma la meraviglia di essere uno scrittore, uno di quelli grandiosi, è che le loro metafore centrano perfettamente le tue idee, quelle che hai sempre avuto in testa e ti convinci che le abbiano prese dentro di te. Che tu sia un matematico un architetto o un pittore e magari non t'importa niente della letteratura e non sei un lettore... beh, non importa. Ci sarà sempre un uomo grandioso che ti ha capito, che non conosce il tuo mestiere ma è affascinato dalle sue dinamiche, ha scritto tutto di te, ti ha letto dentro e sa già che tu non lo saprai mai. Non so come Marquez se la cavasse in matematica ma lui ci ha capiti tutti, persino tu, che ti credi troppo complicato per essere compreso, persino tu che stai annegando in un dolore che credi essere sconosciuto a tutti gli altri, un giorno aprirai il libro giusto e capirai le mie parole. Quel libro ti farà male da morire, non vorrai leggere l'ultima pagina perché non vorrai piangere, la leggerai, che succede dopo? Sarete tu e la grama realtà là fuori. Non so se Pirandello potesse immaginare quanto male avrebbe fatto con le sue idee, quante incertezze avrebbe innestato con le sue opinioni, quanto avrebbe devastato le persone come me che nei libri ci affogano... ma se io ho compreso lui (con tutta l'umiltà di cui sono capace), ci scommetto che era proprio quello il suo obiettivo: fare impazzire noi che speriamo in un futuro uguale al suo ed al contempo essere denigrato dai non-lettori perché giudicato pazzo. Loro sanno. Ed io? Aspiro ad essere come loro ma c'è abbastanza magia dentro di me?