Sono sempre stata dell'idea che tutti sappiamo chi saremo da grandi. Basta pensare per un attimo a quella cosa che ci fa tremare le gambe al sol pensiero di farla. Quella cosa che fai prima di andare a dormire, senza sapere che è proprio lei a darci la pace necessaria che riesce a farci addormentare. Basta questo: solo ricordare quell'azione automatica, vederla nell'ottica che merita e smetterla di considerarla banale, quando la confessiamo ad un amico. Ancor prima di cominciare a scrivere, prima di sapere cosa scrivere - con la certezza di non avere assolutamente nulla da dire - so che nonostante il poco che ho da offrire, scrivere è la mia ragion d'essere. La mano freme, autonoma, le parole sgorgano. Che siano vuote o pregne di significato, questo sarà il loro destino per il resto dei miei giorni. Ogni tanto fanno dell'altro ma è questo che sanno di saper fare. Non so contare, non so costruire, non so dipingere... ma la meraviglia di essere uno scrittore, uno di quelli grandiosi, è che le loro metafore centrano perfettamente le tue idee, quelle che hai sempre avuto in testa e ti convinci che le abbiano prese dentro di te. Che tu sia un matematico un architetto o un pittore e magari non t'importa niente della letteratura e non sei un lettore... beh, non importa. Ci sarà sempre un uomo grandioso che ti ha capito, che non conosce il tuo mestiere ma è affascinato dalle sue dinamiche, ha scritto tutto di te, ti ha letto dentro e sa già che tu non lo saprai mai. Non so come Marquez se la cavasse in matematica ma lui ci ha capiti tutti, persino tu, che ti credi troppo complicato per essere compreso, persino tu che stai annegando in un dolore che credi essere sconosciuto a tutti gli altri, un giorno aprirai il libro giusto e capirai le mie parole. Quel libro ti farà male da morire, non vorrai leggere l'ultima pagina perché non vorrai piangere, la leggerai, che succede dopo? Sarete tu e la grama realtà là fuori. Non so se Pirandello potesse immaginare quanto male avrebbe fatto con le sue idee, quante incertezze avrebbe innestato con le sue opinioni, quanto avrebbe devastato le persone come me che nei libri ci affogano... ma se io ho compreso lui (con tutta l'umiltà di cui sono capace), ci scommetto che era proprio quello il suo obiettivo: fare impazzire noi che speriamo in un futuro uguale al suo ed al contempo essere denigrato dai non-lettori perché giudicato pazzo. Loro sanno. Ed io? Aspiro ad essere come loro ma c'è abbastanza magia dentro di me?